Auschwitz
Auschwitz fu il più grande centro di concentramento e di sterminio nazista. Il primo campo, Auschwitz I, fu allestito nel 1940. Il campo Auschwitz II, Birkenau, fu aperto nel 1942 a tre chilometri di distanza da Auschwitz I e venne continuamente ampliato sino a raggiungere un’estensione di quasi 200 ettari. Esso venne suddiviso in vari settori, fra cui quello destinato agli zingari. Auschwitz III, Monowitz, fu costruito per l’industria chimica IG Farben alla fine del 1941, allo scopo di sfruttare il lavoro coatto per la produzione di materie sintetiche.
A Birkenau gli ebrei venivano selezionati sulla banchina di arrivo: coloro che erano ritenuti incapaci di lavorare – la maggioranza, fra cui tutti i bambini e gli anziani – erano mandati a morte nelle camere a gas, gli altri venivano immatricolati e fatti entrare nel campo per essere poi lentamente uccisi da condizioni e ritmi di lavoro disumani.
Nel settembre del 1941 cominciarono ad Auschwitz I le uccisioni sperimentali per gassazione con il Zyklon B. All’inizio del 1942 a Birkenau iniziò la costruzione di nuove e più grandi camere a gas per attuare l’eliminazione sistematica degli ebrei d’Europa. Con l’avvicinarsi delle truppe sovietiche, che entrarono nel campo il 27 gennaio 1945, i nazisti evacuarono gran parte degli internati con trasferimenti a piedi verso ovest, noti come “marce della morte”.