Carceri e campi
Dopo l’ordinanza di polizia del 30 novembre 1943, il Ministero dell’Interno della RSI allestì decine di campi di concentramento provinciali. Spesso la prima tappa dopo l’arresto era nelle più vicine da cui sovente sono state inviate le ultime lettere dei deportati. Dal dicembre del 1943 a , presso Carpi (Modena), fu approntato un grande campo di concentramento nazionale per ebrei. Dopo un periodo di gestione italiana, il campo passò alla Polizia di Sicurezza tedesca in Italia con sede a Verona. Nel 1944, a metà febbraio, da campo di concentramento per ebrei venne trasformato in campo di polizia e di transito dal quale vennero fatti partire i convogli di deportazione per Auschwitz e altri campi. In marzo a Fossoli venne aggiunto un settore per i prigionieri politici.
Nell’agosto del 1944, di fronte all’avanzata degli Alleati, i tedeschi trasferirono il campo da Fossoli a , nella zona di operazione Prealpi. Gli arrestati nella zona di operazione del Litorale Adriatico erano invece condotti dapprima nel carcere del Coroneo e poi nel campo della Risiera di San Sabba a Trieste, in attesa di deportazione. A furono internati anche migliaia di prigionieri politici (soprattutto partigiani slavi), poi deportati o uccisi e cremati all’interno del campo stesso.