Le deportazioni
Spesso i in corsa verso Auschwitz costituivano l’ultima notizia di coloro che furono deportati. La maggior parte dei viaggi intrapresi dagli ebrei dall’Italia fu senza ritorno: su solo 837 sopravvissero. Su 733 bambini solo 121 ritornarono dai campi.
I primi convogli partirono da Merano il 16 settembre 1943 e da Roma il 18 ottobre. Nel novembre fu avviato da Borgo San Dalmazzo un convoglio per il campo di Drancy in Francia, prima tappa verso Auschwitz.
Fino al gennaio 1944 altri trasporti partirono da Milano, Firenze, Bologna, Verona. Dal campo di raccolta e transito di Fossoli i convogli si succedettero con varia frequenza fino a fine luglio 1944. I trasporti successivi partirono dal campo di Bolzano. Una ventina furono i convogli da Trieste.
Per quasi tutti gli ebrei italiani la destinazione fu il , in Alta Slesia (Polonia), dove erano in funzione gli impianti di sterminio. Solo qualche centinaio furono i deportati destinati per ragioni particolari ad altri campi (Bergen Belsen, Ravensbrück, Buchenwald, Flossenbürg).
Al numero dei deportati dall’Italia vanno aggiunti gli ebrei dei possedimenti italiani del Dodecaneso: in 1.819 furono arrestati dai tedeschi il 19 luglio 1944 e, dopo una sosta ad Atene, deportati ad Auschwitz.