La Shoah

Durante l’occupazione nazista e la Repubblica sociale italiana e sulla sorte degli ebrei deportati. In una relazione sugli ebrei nella Repubblica sociale italiana indirizzata nel febbraio 1945 a un comitato di soccorso in Svizzera, Giorgina Segre scriveva: “Del deportato in Germania non se ne sa più nulla; muore in qualche oscuro campo di concentramento dopo atroci sofferenze fisiche o morali, ridotto forse ad uno stato di abbrutimento animalesco”.

In più occasioni i , come l’organo del Partito d’azione “L’Italia Libera” e il giornale comunista “L’Unità”, denunciarono gli arresti e informarono che la deportazione degli ebrei nei campi dell’Europa dell’Est significava spesso morte. Gli italiani che portarono soccorso ai perseguitati, così come le autorità fasciste responsabili degli arresti e i singoli autori di delazioni, avevano qualche consapevolezza del destino che incombeva sulle vittime.