Gli ebrei stranieri
Più di 300.000 ebrei avevano lasciato la Germania dopo la presa del potere di Hitler e l’avvio della politica antisemita nazista. Alcune centinaia avevano cercato , vari vissero di espedienti e dei contributi dei comitati di assistenza, mentre altri erano riusciti a ricostruirsi una vita professionale. Numerosi giovani si stabilirono presso alcuni (haksharot) dove venivano educati alla vita nei kibbutz in preparazione della partenza per la Palestina.
Per gli ebrei stranieri obbligati a lasciare la penisola, e spesso arrivati da poco e privi di saldi legami umani e professionali in Italia, fu assai difficile affrontare questa nuova urgenza. Particolarmente attiva fu la (Delasem, fondata nel dicembre 1939) , diretta da Lelio Vittorio Valobra e finanziata anche dall’American Joint Distribution Committee. La Delasem offrì aiuto materiale e cercò di favorire la partenza verso altri paesi.
Tra il 1942 ed il 1943 alcune decine di ragazzi di varie nazionalità trovarono rifugio a Villa Emma, Nonantola (Modena), dove poterono anche continuare a studiare in attesa di raggiungere la Palestina. A Milano Israel Kalk, originario della Lettonia e giunto in Italia prima del 1919, aprì la , che offrì cibo e aiuto a centinaia di piccoli profughi.