Gli ebrei in Italia dal 1938 al 1943

Nel corso del 1938 il governo fascista aveva ormai deciso di introdurre una legislazione antiebraica. Furono allora approntate una serie di strutture; l’atto più importante fu in luglio la trasformazione dell’Ufficio centrale demografico in Direzione generale per la demografia e la razza (Demorazza), la ripartizione del ministero dell’Interno cui era delegato lo studio e la messa in atto dei provvedimenti.

La Demorazza gestì il dell’agosto 1938, il primo atto governativo rivolto a tutti gli ebrei italiani e stranieri presenti nella penisola. Esso fu una vera e propria schedatura di carattere politico, e non meramente amministrativo, uno strumento essenziale per l’attuazione della legislazione che sarebbe entrata in vigore a partire dal mese successivo. Non fu solo raccolta di dati anagrafici, ma si chiesero anche l’eventuale data di iscrizione al partito fascista e le benemerenze patriottiche. vennero fatti in ogni settore: tutti gli enti, le accademie, le istituzioni pubbliche e private, i singoli uffici furono chiamati a indagare l’eventuale presenza ebraica al proprio interno.

I dati furono continuamente aggiornati anche negli anni successivi, cosicché al momento dell’occupazione nazista tutti , atto che si rivelerà fondamentale nel 1943 per l’individuazione, l’arresto e l’avvio ai campi di sterminio.